La tarantella

La tarantella è un’ampia e diversificata famiglia di balli tradizionali distribuiti nelle regioni dell’Italia meridionale (Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Molise). Nata a Taranto, la tarantella è da sempre avvolta di un alone magico religioso, nella leggenda, comunque, la tarantella è legata l ragno nero, la tarantola, che quando morde “fa ballare”. Nel XIX sec. la tarantella è divenuta uno degli emblemi più noti del Regno delle Due Sicilie ed il suo nome

chiuovu

 
ha sostituito i nomi di balli diversi preesistenti di varie zone dell’Italia meridionale, diventando così la danza italiana più nota all’estero. La tarantella è un danza veloce, difatti, le varie tipologie hanno una metrica dei fraseggi melodici e ritmici in 6/8, 18/8 o 4/4, sia in modo maggiore che in modo minore, a seconda dell’uso locale. Diffusa tra la popolazione in Campania, già tra il trecento e il quattrocento. La trasposizione “colta” più famosa è probabilmente quella composta per pianoforte da Gioachino Rossini, intitolata “La danza”, che fu arrangiata per esecuzione orchestrale, insieme ad altri brani pianistici di Rossini, da Ottorino Respighi nel secolo XXI per il balletto La boutique fantasque, coreografato da Léonid Mjasin per i Ballets Russes di Serge Diaghilev. Il nome deriverebbe dalla tarantola o tarentula, un ragno velenoso diffuso nell’Europa meridionale. Si riteneva che il veleno del ragno provocasse fenomeni di convulsione, per cui chi ballava questa danza sembrava morso dalla tarantola: da qui il nome “tarantella”. Secondo altre interpretazioni deriverebbe invece dalla città di Taranto o dal fiume Tara.
 

Ballo “U Chiuovu”

tarantella

Si fanno salti con le gambe aperte, che s’incrociano nella caduta, ponendo avanti ora l’una ora l’altra gamba; si salta battendo i tacchi nel cadere; movimenti avanti e indietro. A salemi si balla a due. Si rivolgono alla donna scherzi, mosse, riverenze; ci si avvicina, ci si danno le mani, passando da un punto all’altro.